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Il Cuore conosce la via

  • Immagine del redattore: Isabel
    Isabel
  • 13 dic
  • Tempo di lettura: 4 min

La vita ha un modo tutto suo di sorprendersi e sorprenderci.

Arriva, si muove, cambia direzione, scompiglia i piani… e lo fa senza chiederci il permesso.

È imprevedibile, inaspettata, a volte disarmante.


La verità è che la vita non segue mai un tracciato lineare.

Ci illudiamo di poterla prevedere, programmare, incasellare… ma lei, puntualmente, trova sempre la strada per sorprenderci. A volte con dolcezza, altre con una violenza che ci lascia senza fiato.

Eppure, in entrambi i casi, lei sa quello che fa, anche quando noi non lo comprendiamo.


E noi?


Noi spesso ci ritroviamo su una montagna russa emotiva mentre tentiamo ostinatamente di trattenere ciò che sta già scivolando via o di trattenere noi stessi dentro ciò che non ci appartiene più.

Quello che ci destabilizza non è mai l’evento in sé, ma il nostro tentativo di resistergli.

Quando ci aggrappiamo a come “avrebbe dovuto essere”, quando ci ostiniamo a capire il perché proprio adesso, proprio a noi, proprio così…ecco che le emozioni diventano una montagna russa incontrollabile.

Saliamo, scendiamo, ci ribaltiamo.

Non perché la vita sia crudele, ma perché noi ci opponiamo al movimento naturale delle cose.

Siamo noi a creare la frizione.

Siamo noi a rendere più dolorosa la discesa, più faticosa la risalita.


Perché, quando qualcosa accade, la prima domanda che ci poniamo quasi sempre è:

“Perché? Perché proprio a me?”


La domanda “perché?” ci cattura, ci immobilizza, ci toglie ossigeno.

È una domanda che guarda indietro, che cerca una logica dove spesso non c’è, che pretende un ordine in un universo fatto di infinite variabili che non controlliamo — e non controlleremo mai.


Come se potessimo trovare un senso immediato, come se il senso fosse uno solo, come se tutto ciò che viviamo fosse una punizione o una prova da superare.


La verità è che resistiamo.

Resistiamo ai cambiamenti,

resistiamo al flusso naturale degli eventi,

resistiamo persino alle nostre emozioni.

Le giudichiamo, le temiamo, le combattiamo.

E più resistiamo, più soffriamo.


E se il punto non fosse capire, ma attraversare?


Perché quando cerchiamo di controllare tutto — le situazioni, gli altri, il futuro — finiamo per impedirci di vedere il bello mentre accade.

Sì, il bello.

Quel piccolo miracolo che la vita ci mette davanti e che spesso non vediamo perché cerchiamo risposte invece di ascoltare.


Perché nel momento in cui smettiamo di opporci e ci lasciamo muovere dal flusso della vita, accade qualcosa di sorprendente: le nostre emozioni si riorganizzano, si assestano, trovano un nuovo ritmo, un nuovo equilibrio.


La montagna russa non si ferma, ma iniziamo a sentire ogni curva per ciò che è: un passaggio, non una minaccia.


E se, proprio nell’attimo in cui smettiamo di controllare tutto, la vita facesse spazio a qualcosa di nuovo? E se dietro quel dolore, dietro quel “perché”, ci fosse un “per come” molto più grande?

Più tentiamo di controllare, più ci incateniamo.

Più resistiamo, più soffriamo.

Più ci ostiniamo a voler decidere tutto, più ci sfugge il senso profondo dell’esperienza.

La vita è imprevedibile, sì.

Ma è proprio in questa imprevedibilità che risiede la sua capacità di stupirci, di far esplodere il bello dove meno ce lo aspettiamo.


E allora immagina, solo per un momento, di smettere di lottare.

Immagina di togliere le mani dal volante e dire a te stessa:

“Ok. Sono qui. Cosa posso fare per me, adesso?”


Non per cambiare l’evento.

Non per tornare indietro.

Ma per non perdere te stessa dentro ciò che sta accadendo.


Se sei a terra — e a volte capita, a tutti — non c’è nulla da perdere se non te stessa.

E tu non devi perderti.

Non ora.

Non in questa curva.

Perché , ci sono momenti in cui tocchiamo il fondo.

E allora?

Dal fondo si può solo risalire.

Da lì si vede tutto da un’altra prospettiva.

Da lì puoi scegliere di andare avanti.

Cerca soluzioni piccole.


Prova ad ascoltare quella voce interna che spesso ignoriamo perché sussurra, perché è delicata, perché non dà risposte immediate ma indica direzioni.

Una voce che non sempre mostra la destinazione, ma sempre — sempre — mostra il passo successivo.


Ascolta il tuo cuore anche quando sussurra appena.

Lascia che il flusso ti porti dove devi andare.

A volte non è la risposta definitiva… ma è la risposta giusta adesso.


Non è la soluzione definitiva.

È la soluzione di questo momento.

Ed è sufficiente.

Perché ogni passo apre un varco.

Ogni cedimento del controllo crea uno spazio nuovo.

Ogni “lascia andare” permette al nuovo di arrivare.

Ed è così che si aprono nuove strade, che arrivano incontri inattesi, che si rivela un senso che non immaginavi.

Perché ci sono infiniti modi di vivere questa vita.

Infiniti modi di attraversare una tempesta.

Infiniti modi per rinascere.


E allora sì, seguire il flusso non è passività.

È un atto di fiducia.

Fiducia nel fatto che nonostante la discesa, dopo arriverà una salita.

Fiducia nel fatto che la vita conosce strade che noi non vediamo ancora.

Fiducia nel fatto che esistono modi infiniti di vivere una stessa situazione, e che quello che oggi sembra la fine potrebbe rivelarsi domani un inizio.


Lascia andare il bisogno di avere tutto sotto controllo.

Lascia accadere.

Lasciati accadere.

La via non la trovi con la mente.

La via la riconosci col cuore.


Tu non devi controllare tutto.

Non puoi.

E questa, sorprendentemente, è una meravigliosa verità.

Ti libera.

Ti restituisce respiro.

Ti permette di accorgerti che, mentre tu cercavi disperatamente di tenere insieme ogni pezzo, la vita stava già preparando un quadro nuovo.


Il Cuore conosce la via.

La vita conosce il modo.

E tu devi solo lasciarti condurre.


E il tuo cuore, questo lo so, la conosce già.


Dal mio Cuore al Tuo,


Isabel


🌿


Il Cuore conosce la via

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