La vulnerabilità: il luogo segreto dove l’anima respira
- Isabel

- 9 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min
C’è un momento, nella vita di ognuno di noi, in cui la corazza inizia a pesare più della paura che cercava di proteggere.
Un istante impercettibile in cui sentiamo che quel continuo controllare, trattenere, filtrare… ci sta allontanando da qualcosa di essenziale.
Ci sta allontanando da noi stessi.
La verità è che non nascondiamo la vulnerabilità perché non la possediamo. La nascondiamo perché la sentiamo troppo viva. Perché è pulsante, autentica, senza filtri. E ci mette davanti alla nostra umanità più pura.
Siamo cresciuti con l’idea che essere vulnerabili significhi esporsi al rischio:
del rifiuto, del giudizio, dell’incomprensione.
Ma nessuno ci ha detto che non essere vulnerabili significa esporci a un rischio ancora più grande: quello di non essere mai visti davvero.
Quando non ci mostriamo per ciò che siamo, diventiamo spettatori della nostra stessa vita. Restiamo sulla soglia, sempre un passo indietro, sempre protetti… ma sempre soli. Una solitudine che non dipende dall’assenza degli altri, ma dalla distanza da noi stessi.
Eppure la vulnerabilità è un linguaggio.
È più vera delle parole scelte con cura, più intensa dei gesti perfetti.
È lo sguardo che si abbassa quando proviamo qualcosa di grande.
È la voce che trema quando diciamo la verità.
È il cuore che si apre senza chiedere garanzie.
È l’ammissione: “Non ho tutte le risposte, ma sento. Sento profondamente.”
È qui che nasce la forza.
Non una forza fatta di muri e fermezza, ma una forza gentile. Una forza che non impone, ma permette. Che non trattiene, ma accoglie. Che non dimostra, ma esiste.
La vulnerabilità è una scelta. Non accade da sola. Richiede presenza, consapevolezza, e una dolce ribellione verso tutto ciò che ci ha insegnato a indurirci.
Richiede di rischiare di essere visti.
E solo chi rischia di essere visto può essere davvero amato.
Perché l’amore — quello che nutre, che sostiene, che trasforma — si posa solo su ciò che è vero.
Non cerca perfezione. Non cerca maschere. Si riconosce nella fragilità dell’altro e la abbraccia, come si abbraccia qualcosa di raro.
🩷
Ci sono giorni in cui sento la vulnerabilità come un nodo in gola, qualcosa che preme dall’interno e mi chiede spazio.
E ogni volta che provo a soffocarla, torna più forte, più insistente, più mia.
Per anni ho creduto che mostrarmi vulnerabile significasse non essere abbastanza:
non abbastanza forte, non abbastanza centrata, non abbastanza “a posto”.
Mi sono nascosta dietro ruoli, doveri, silenzi, piccoli sorrisi educati…Tutto pur di non far vedere quella parte morbida che temevo sarebbe stata giudicata o, peggio, non compresa.
Ma la verità è che la vulnerabilità non è mai stata il mio limite.
Era la mia forza.
Era ciò che mi rendeva capace di amare profondamente, di percepire anche l’invisibile, di accogliere gli altri senza filtri.
È una forza che non fa rumore: non si impone, non conquista, non si mostra.
È una forza che si sente.... che si riconosce nello sguardo, nella voce che trema quando dici la verità, in quel momento in cui abbassi le difese e decidi di esserci davvero.
La parte più difficile?
Accettare che non tutti sapranno incontrarla.
Non tutti sapranno restare.
E va bene così.
Perché la vulnerabilità non è fatta per tutti, è fatta per chi sa vedere.
Per chi non scappa davanti alle crepe, per chi non teme il non detto, per chi ama toccare la pelle dell’anima.
Oggi, quando mi sento fragile, non cerco più di coprirlo.
Mi fermo.
Respiro.
E cerco di ascoltare cosa mi sta dicendo quella parte di me che per tanto tempo ho messo a tacere.
A volte sussurra.
A volte urla.
A volte chiede solo un po’ di gentilezza.
Sto imparando — lentamente, con dolcezza — che essere vulnerabile non è un rischio, ma un invito.
Un invito a essere vista, a essere capita, a essere amata esattamente così: non perfetta, ma vera.
E allora sì, mi lascio andare un po’ di più.
Con chi amo.
Con chi merita.
E soprattutto… con me.
Ti invito, allora, a compiere un gesto semplice e immenso: lasciarti essere.
Lascia che la tua parte più tenera abbia spazio.... che le emozioni non siano una colpa, ma un passaggio.... che il cuore non sia un territorio da difendere, ma una casa da aprire.
Sii vulnerabile almeno con chi ami, perché è lì che l’anima trova riposo.
È lì che la vita smette di essere una battaglia e diventa un incontro.
È lì che ci scopriamo interi.
E forse — proprio in quella nudità emotiva che ci fa tremare — scopriamo finalmente che non siamo deboli.
Siamo vivi.
Profondamente, meravigliosamente vivi.
Ti mando tutto il mio Amore e spero tu possa sentirlo
Isabel
🩷













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