Quando l’inverno ci invita a rientrare
- Isabel

- 3 giorni fa
- Tempo di lettura: 1 min
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C’è un momento, ogni anno, in cui il tempo sembra rallentare da solo.
Le giornate si accorciano, il cielo si fa più basso e grigio, l’aria diventa tagliente.
L’inverno si avvicina in silenzio, senza chiedere permesso, e ci invita a fermarci.
È la stagione in cui la natura si ritira, si spoglia, si prepara.
E anche il corpo lo sente.
Chiede pause più lunghe, respiri più profondi, un ritmo diverso.
Chiede tepore.
In inverno non c’è spinta, non c’è corsa.
C’è ascolto.
C’è il bisogno di chiudere porte e finestre — non per escludere il mondo, ma per ritrovare il calore dentro.
Per proteggerci.
Per custodirci.
Davanti a un camino acceso, sotto una coperta che scalda la pelle e l’anima, impariamo di nuovo a stare con noi stessi.
A distaccarci dal rumore, dalle richieste, dalle aspettative.
A fare spazio.
È in questo spazio che i pensieri diventano più sottili.
Meno affollati.
Più veri.
È qui che la voce interiore torna a farsi sentire, con parole basse, gentili, essenziali.
E il cuore, finalmente, può raccontarci ciò che durante l’anno non siamo riusciti ad ascoltare.
L’inverno non è una fine.
È una soglia.
Un tempo sacro di raccolta, di riposo, di verità.
Un invito a tornare a casa, dentro di noi.
E forse, proprio ora, non ci è richiesto di fare di più.
Ma semplicemente di restare.
Scaldarci.
Ascoltarci.
E permettere alla neve — fuori e dentro — di cadere lentamente.
❄️
Dal mio Cuore al Tuo
Isabel
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